APPROCCI INNOVATIVI ALLA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI

scannerizzare il cerotto per diabetici con il cellulare

La parte più entusiasmante della ricerca farmaceutica, a livello mediatico, riguarda la scoperta di nuove cure per malattie che ancora non siamo in grado di trattare efficacemente. Contemporaneamente però, al di fuori dai riflettori, sta crescendo l’interesse anche per gli studi che mirano a trovare nuovi e migliori metodi per la somministrazione dei farmaci.

L’introduzione del medicinale nel corpo è un aspetto fondamentale della cura medica, che consente di fornire i principi attivi necessari per trattare le malattie e migliorare la salute del paziente. Nel corso degli anni, sono state sviluppate diverse modalità di somministrazione dei farmaci, che hanno contribuito a migliorare l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti. Tuttavia il settore sta continuamente evolvendo, introducendo approcci innovativi che promettono di rivoluzionare il modo in cui i farmaci vengono erogati al paziente.

Somministrazione dei farmaci: i limiti da superare

I farmaci vengono introdotti nell’organismo in vari modi, i più comuni sono per via orale, tramite iniezione (in vena, nel muscolo o sottopelle), applicati sulla pelle oppure respirati nei polmoni (per inalazione o nebulizzazione).

Ognuno di questi metodi ha obiettivi specifici e presenta i propri vantaggi e svantaggi. I farmaci assunti per via orale, ad esempio, vengono influenzati dall’alimentazione del paziente mentre quelli che vanno assunti per via endovenosa necessitano di un professionista sanitario in grado di iniettare il farmaco correttamente.

Tra le problematiche che i ricercatori devono considerare in fase di ricerca ci sono:

  • Targeting. La capacità di consegnare il farmaco in modo specifico e selettivo ai siti bersaglio nel corpo, come tessuti o cellule malate, riducendo al contempo l’impatto sui tessuti sani circostanti.
  • Insolubilità. Diversi farmaci presentano problemi di scarsa solubilità in acqua, che può influire sulla loro efficacia terapeutica e sulla capacità di essere assorbiti e distribuiti nel corpo.
  • Tempi di somministrazione. Una frequenza elevata di somministrazione può rendere difficile per i pazienti seguire correttamente il regime terapeutico oltre a comportare un costo elevato. Inoltre, terapie che richiedono costanza per lunghi periodi di tempo sono più suscettibili alla distrazione e all’errore umano.
  • Formulazioni pediatriche. Un’altra complicazione sopraggiunge quando ci si rivolge ai bambini, che possono essere meno inclini ad accettare le formulazioni farmaceutiche per via del sapore sgradevole o della difficoltà di ingestione. Inoltre i bambini richiedono dosi specifiche e precise (in base al peso, all’età e allo sviluppo) poiché sono più suscettibili agli effetti avversi.

La ricerca farmaceutica è consapevole di questi limiti e per questo motivo stanno emergendo nuovi metodi di somministrazione dei farmaci che mirano a migliorarne l’efficacia, ridurre gli effetti collaterali, migliorare l’aderenza alle terapie e la convenienza economica.

Le nanotecnologie in campo farmaceutico

Grazie alle loro caratteristiche uniche, le nanotecnologie offrono nuove possibilità e soluzioni per migliorare l’efficacia e l’efficienza della delivery dei farmaci. Come già citato, molti farmaci sono insolubili in acqua; con le nanotecnologie è possibile trasformare un farmaco in particelle di dimensioni nanometriche, talmente piccole da comportarsi al pari di una soluzione in acqua. In questo modo è possibile rendere “praticamente solubile” un farmaco altrimenti insolubile.

Questo genere di “soluzioni” si prestano molto meglio all’uso pediatrico, non necessitando di solventi potenzialmente dannosi per i bambini. Sembra inoltre che le formulazioni nanoparticellari possano ridurre drasticamente il dosaggio necessario per raggiungere una concentrazione terapeutica anche negli adulti.

Farmaci somministrati tramite microchip

In campo terapeutico, occorre tenere in considerazione anche l’errore umano. Più una cura si dilunga nel tempo, più aumentano le probabilità che i farmaci vengano dimenticati o smarriti, oltre a sopraggiungere la questione del costo di mantenimento di una terapia così prolungata.

Alcuni ricercatori hanno iniziato a valutare la possibilità di creare dei micro-dispositivi sottocutanei in grado di rilasciare una dose di farmaco in un determinato momento, ogni giorno. Questi microchip, controllati e programmati in modalità wireless, ridurrebbero notevolmente il tasso di interruzione di terapie che richiedono un impegno costante per lunghi periodi di tempo (come nel caso della dipendenza da oppiacei).

L’innesto avviene tramite operazione chirurgica, permettendo al microchip di essere inserito direttamente nell’area bersaglio del farmaco, migliorando notevolmente l’efficacia della terapia. Questa soluzione si rivela particolarmente utile per zone del corpo raggiungibili solamente con strumenti invasivi.

Cerotto con microaghi

Sostituire le iniezioni con un semplice cerotto. Sembra utopico ma è ciò che stanno cercando di ottenere alcuni ricercatori. Il cerotto a microaghi è progettato per essere applicato sulla pelle e contiene aghi di dimensioni microscopiche che penetrano nell’epidermide senza causare dolore.

Il vantaggio di questo approccio è che non richiede iniezioni con siringhe, rendendo la somministrazione più semplice e sicura. Il cerotto inoltre può essere utilizzato senza la necessità di un medico, il che lo rende particolarmente utile nelle aree rurali o in situazioni di emergenza. Questa tecnologia potrebbe avere applicazioni in diversi settori della somministrazione dei farmaci, specialmente per le vaccinazioni, il trattamento del diabete o le terapie del dolore.

La ricerca nel campo della somministrazione dei medicinali non gode della stessa attenzione mediatica di altre branche della farmaceutica ma gli sforzi dei ricercatori sono altrettanto importanti e stanno aprendo nuove strade per la cura e il trattamento di diverse malattie.