INTEGRATORI PER NEONATI: RISCHI, BENEFICI E OPPORTUNITÀ

Un bambino che segue una dieta varia e che mangia cibi di diversa natura dovrebbe essere in grado di assorbire tutti i nutrienti di cui ha bisogno per lo sviluppo. In alcuni casi questo non è possibile e si palesa la necessità di somministrare al bambino degli integratori che aggiungano degli specifici nutrienti.

Che cosa sono gli integratori alimentari per neonati?

Gli integratori per neonati sono prodotti alimentari che vengono utilizzati per fornire al bambino vitamine, minerali, probiotici e/o acidi grassi essenziali. Alcuni sono progettati per sopperire alle mancanze nella dieta del neonato mentre altri nascono appositamente per soddisfare le esigenze nutrizionali dei neonati allattati al seno. Si tratta di prodotti specifici per i bambini, che non vanno quindi trattati al pari dei comuni integratori alimentari.

In quali casi sono necessari gli integratori per bambini?

La scelta di somministrare degli integratori, soprattutto nel caso di neonati, dev’essere sempre fatta a seguito di un consulto medico. Le informazioni online, comprese quelle di questo articolo, sono sempre di carattere generale e non rispecchiano la complessità di ogni singolo caso.

Fatta questa premessa, esistono alcuni casi in cui è opportuno valutare la somministrazione di integratori:

  • Bambini allattati esclusivamente al seno: secondo l’OMS, il latte materno è il cibo ideale per un bambino ed è sempre preferibile ad altre forme di nutrimento. Nonostante ciò, spesso non è sufficiente per fornire tutta la vitamina D di cui il lattante ha bisogno (che invece non manca nei bambini che si nutrono di latte formulato con vitamina D aggiunta)
  • Neonati prematuri: gli ultimi tre mesi prima del parto sono importanti per fornire al feto un gran numero di nutrienti, per questo i bambini nati in anticipo sono più predisposti alla mancanza di vitamine e minerali che vanno quindi integrati altrimenti
  • Bambini che seguono diete ristrette: alcuni rifiutano di assumere alcuni cibi particolari (come ad esempio le verdure) mentre altre volte sono i pediatri stessi a suggerire una dieta ristretta a causa di particolari allergie. Gli integratori possono essere utilizzati per prevenire possibili carenze nutrizionali ma non vanno trattati come sostituti di una dieta sana
  • Bambini con problemi di salute: alcuni farmaci interferiscono con l’assorbimento dei nutrienti nell’organismo. In questi casi, il medico che segue l’infante deve prescrivere le vitamine necessarie. Inoltre alcune malattie, come anemia e rachitismo, sono direttamente legate alla carenza di nutrienti (ferro per l’anemia, vitamina D per il rachitismo).

I rischi degli integratori per bambini

Uno dei rischi più comuni nell’uso degli integratori è che il bambino finisca per assumere troppe vitamine. Non ce ne accorgiamo ma i cibi per bambini sono spesso già di per sé multivitaminici. Ne sono un esempio i cereali per la colazione, rinforzati per essere ricchi di minerali e nutrienti. Un bambino che mangia questi prodotti e fa uso di integratori corre il rischio di un apporto eccessivo di vitamine, al punto da diventare tossiche ed interferire con il metabolismo.

Gli integratori non sono regolati dalla FDA, Food and Drug Administration, come invece viene fatto per cibi e medicinali. Questo diverso trattamento ha portato a volte all’etichettamento erroneo di alcuni integratori, che contenevano ingredienti in quantità maggiore o minore di quanto indicato.

Integratori per neonati: la situazione del mercato

Nonostante si tratti di due prodotti differenti, ci sono forti previsioni di crescita per il mercato degli integratori per neonati, al pari degli integratori alimentari per adulti. Secondo il Data Bridge Market Research, nel 2029 il mercato avrà un valore globale di 127,83 miliardi di dollari (CAGR del 14,50%) nonostante il generico calo della natalità che stiamo vedendo a livello mondiale.

Tra i principali fattori di crescita del mercato ci sono:

  • Maggiore attenzione alla salute, all’igiene e alla prevenzione, soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19
  • Il restringimento del nucleo famigliare, per permettere ai genitori di concentrare le proprie attenzioni su un ridotto numero di figli
  • Il consenso generale verso la promozione dell’allattamento al seno e la conseguente necessità di integrazione di vitamina D
  • L’aumento dell’utilizzo degli e-commerce, che ha ampliato notevolmente la base di consumatori
  • La progressiva diffusione di diete alternative, come quella vegana o pescetariana, che necessitano di integrare alcuni nutrienti.

Le aziende che operano nel mercato sanno però che queste opportunità hanno anche un rovescio della medaglia. La regolazione più permissiva degli integratori, a differenza di cibi e medicine, si riflette in un livello di scetticismo verso l’efficacia di questi prodotti che persiste anche quando vengono rilasciati da grandi marchi. 

Inoltre, il maggiore focus verso la salute dei propri figli si riflette in scelte più consapevoli da parte dei genitori e in un alto livello di attenzione verso gli standard qualitativi e di igiene