La Medicina di Genere, o più precisamente la Medicina Genere-specifica, è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come lo studio approfondito dell’influenza delle differenze biologiche (determinate dal sesso) e socio-economiche e culturali (determinate dal genere) sullo stato di salute e sul manifestarsi delle malattie in ogni individuo.
Un corpus crescente di dati epidemiologici, clinici e sperimentali evidenzia in modo inequivocabile l’esistenza di differenze sostanziali nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle patologie comuni a uomini e donne, nonché nella risposta e negli eventi avversi associati alle terapie, e persino negli stili di vita e nella risposta ai nutrienti. Le disuguaglianze nell’accesso alle cure, anch’esse legate al genere, rappresentano una preoccupazione significativa nel panorama sanitario attuale.
Differenze biologiche e impatto sulla salute
Le differenze biologiche tra uomini e donne influenzano significativamente la risposta alle terapie e le reazioni avverse ai farmaci. Inoltre, l’accesso alle cure presenta disuguaglianze rilevanti legate al genere. Le donne, per esempio, sono più suscettibili a malattie, consumano più farmaci e affrontano un rischio maggiore di reazioni avverse. Le disparità di genere si manifestano anche in ambito sociale, dove le donne sono più esposte a violenze e discriminazioni, con conseguenze sulla loro salute complessiva.
Inoltre, le manifestazioni cliniche delle malattie possono variare tra i sessi. Le donne possono presentare sintomi diversi o localizzazioni differenti rispetto agli uomini per alcune patologie comuni, come nell’infarto del miocardio o nelle neoplasie del colon. Inoltre, le differenze nel sistema immunitario conferiscono alle donne una maggiore resistenza alle infezioni ma una maggiore suscettibilità alle malattie autoimmuni, mentre gli uomini hanno una maggiore incidenza di alcune patologie, come il cancro.
È essenziale considerare queste differenze di genere nella pratica clinica e nella ricerca farmacologica. Parametri fisiologici come altezza, peso e composizione corporea variano tra uomini e donne, influenzando l’assorbimento, il meccanismo d’azione e l’eliminazione dei farmaci. Tuttavia, gli studi sulla risposta alle terapie sono stati condotti principalmente su soggetti maschili, con dosaggi spesso basati su modelli maschili standardizzati.
È importante tenere conto anche di altri fattori, come l’età e l’etnia, che influenzano la risposta alla terapia e l’efficacia dei dispositivi medici. Per questo, è fondamentale sviluppare approcci terapeutici e dispositivi medici sensibili al genere per garantire un’assistenza sanitaria equa ed efficace per tutti.
Le priorità di un approccio di genere in medicina
La Medicina di Genere rappresenta una necessaria rivoluzione nell’approccio medico-scientifico, volta a migliorare non solo la comprensione delle differenze di genere, ma anche l’efficacia degli interventi sulla salute. Sebbene l’applicazione di un approccio di genere debba estendersi a tutte le branche e le specialità mediche, alcuni settori emergono come prioritari, poiché la loro rilevanza è già stata dimostrata da evidenze cliniche e ricerca.
Tra questi settori, la farmacologia e l’uso dei dispositivi medici rivestono un’importanza particolare. Le differenze di genere in farmacologia sono sostanziali e in parte derivano dalle variazioni biologiche tra i sessi, come fluttuazioni ormonali, differenze di peso, composizione corporea e acidità gastrica, che influenzano l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci. Le donne, rispetto agli uomini, tendono a consumare più farmaci, spesso in regime politerapico, e a sperimentare un maggior numero di eventi avversi. Inoltre, l’efficacia di alcuni farmaci può variare in base al sesso.
Tuttavia, la presenza delle donne negli studi clinici è ancora limitata, e la maggior parte degli studi preclinici si concentra su modelli animali maschili. Una situazione analoga è riscontrabile negli studi sui dispositivi medici dove l’adattamento alle differenze anatomico-funzionali legate al genere non è ancora pienamente integrato, nonostante la sua rilevanza nel contesto sanitario.
Studi recenti hanno evidenziato correlazioni tra rischi e caratteristiche fisiologiche legate al sesso nell’uso di dispositivi medici, come un maggior rischio di ictus correlato all’area della superficie corporea nell’uso di Ventricular Assist Devices (VAD), o una maggiore incidenza di usura e reazioni tissutali negli impianti di protesi “metallo su metallo” nelle donne. Questi risultati sottolineano l’importanza di un approccio di genere nella pratica clinica e nella ricerca medica, al fine di garantire interventi terapeutici e dispositivi medici sicuri ed efficaci per entrambi i sessi.
La persona al centro: l’importanza di un approccio di genere nella sanità
L’approccio multidimensionale della Medicina di Genere considera, in primis, la centralità della persona malata nell’erogazione delle cure. Questo approccio valuta la salute non solo in termini di caratteristiche biologiche e cliniche, ma anche in base a fattori personali, culturali e sociali che influenzano il vissuto individuale.
L’adozione di una narrativa in medicina, promossa dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), rappresenta un’importante strategia per acquisire competenze narrative e sviluppare nuovi modelli clinici e assistenziali. La centralità del paziente, la sua partecipazione attiva nel percorso assistenziale e la tutela della relazione di cura sono, infatti, fondamentali per rispondere alle esigenze culturali e sociali emergenti nel contesto sanitario.
Recentemente, l’uso di indicatori di esito riportati direttamente dai pazienti, noti come Patient Reported Outcomes (PROs), ha dimostrato risultati promettenti rispetto ai tradizionali parametri standardizzati. Questi indicatori dovrebbero essere integrati nella ricerca clinica, considerando il genere come un determinante significativo per la salute.
L’innovazione nel contesto sanitario si manifesta dunque attraverso modalità e strumenti di dialogo, anche digitali, che coinvolgono attivamente i pazienti. Questi modelli innovativi offrono l’opportunità di sviluppare sistemi sanitari più efficaci ed efficienti.
Per integrare questi aspetti nella pratica clinica, è necessario validare tali modelli attraverso progetti di ricerca clinica mirata che considerino le differenze di genere. L’uso di indicatori specifici per sesso e genere può contribuire a una medicina più personalizzata e di precisione, migliorando la diagnosi, la prognosi e la risposta ai trattamenti.
Per promuovere la cultura della medicina centrata sulla persona, è quindi essenziale adeguare la formazione del personale sanitario e condurre attività di sensibilizzazione ed educazione dei pazienti.