Il 4 febbraio è la Giornata Mondiale contro il cancro, proviamo a fare una panoramica sulle nuove frontiere della cura dei tumori: la strada da percorrere non è ancora terminata ma la ricerca fa passi avanti ogni giorno.
Con il termine “cancro” ci si riferisce a una malattia nella quale le cellule del corpo crescono in maniera incontrollata. Queste formano masse di cellule, chiamate tumori, che hanno la capacità di infiltrarsi nei normali organi e tessuti vicini e diffondersi ad altre parti del corpo attraverso il sangue o il sistema linfatico, alterandone la struttura e il funzionamento.
Non esiste un solo tipo di cancro
La malattia si differenzia a seconda dell’organo nel quale si sviluppa, del tipo di cellule che si formano, dello stadio al quale si trova, dell’aggressività e della possibilità di sviluppo di metastasi.
Nonostante questa complessità, nel corso degli anni, la ricerca oncologica si è evoluta nel trattamento e nella cura dei vari tipi di cancro. Piccole e grandi scoperte vengono compiute ogni giorno e sarebbe impossibile riportarle tutte.
In questo articolo ci focalizzeremo sull’immunoterapia, il trasferimento delle cellule T e le ultime applicazioni della tecnica Crispr.
L’immunoterapia
È un trattamento del cancro che utilizza il sistema immunitario di una persona per combattere la malattia, trattandola come fosse un’infezione.
Questo avviene con diverse modalità:
- Stimolando o potenziando le difese naturali del sistema immunitario in modo che lavori più duramente o in modo più intelligente per trovare e attaccare le cellule tumorali
- Producendo in laboratorio delle sostanze che simulano il funzionamento dei componenti del sistema immunitario e utilizzarle per trovare e attaccare le cellule tumorali.
Negli ultimi decenni l’immunoterapia è diventata una parte importante del trattamento di alcuni tipi di cancro: nuove terapie vengono approvate e nuovi modi di lavorare con il sistema immunitario vengono scoperti a un ritmo molto rapido.
L’immunoterapia, a differenza della chemioterapia, non intacca le cellule sane ma solo quelle tumorali. Si tratta di una terapia che funziona meglio per alcuni tipi di cancro rispetto ad altri e in qualche caso sembra fornire migliori risultati se usata assieme ad altri trattamenti, come anche la chemioterapia stessa.
Esistono diversi tipi di immunoterapia usati al momento per curare il cancro. I più comuni sono:
- Inibitori del checkpoint: il nostro sistema immunitario ha dei checkpoint che gli impediscono di attivare risposte immunitarie troppo forti. Togliendo questi limiti, le cellule sono in grado di rispondere più aggressivamente contro il cancro.
- Anticorpi monoclonali: proteine del sistema immunitario progettate in laboratorio per legarsi alle cellule tumorali. Gli anticorpi monoclonali sono utili perché possono essere progettati per attaccare parti anche molto specifiche di una cellula tumorale.
- Vaccini terapeutici: a differenza dei vaccini classici, utilizzati per prevenire patologie infettive, i vaccini terapeutici vengono utilizzati per combattere i tumori andando ad indurre una potente risposta immunitaria.
- Immunomodulatori: farmaci che migliorano la risposta immunitaria del corpo per trattare alcuni tipi di cancro.
Un altro tipo di immunoterapia è la terapia di trasferimento delle cellule T che approfondiamo di seguito.
Terapia di trasferimento delle cellule T: TIL e CAR-T
Le cellule T sono un particolare tipo di globuli bianchi che possiede la naturale capacità di combattere il cancro. Spesso non sono presenti in numero sufficiente per uccidere il tumore o per superare i segnali che questo rilascia al fine di sopprimere il sistema immunitario.
Per sopperire a questa scarsità, nelle terapie di trasferimento, le cellule T vengono coltivate in laboratorio per aumentarne il numero e poi essere reintrodotte nel corpo tramite iniezione nel sangue.
Esistono due tipi principali di terapia di trasferimento delle cellule T:
- Terapia TIL (Tumor-Infiltrating Lymphocytes): le “T cell” che si trovano nel tumore vengono estratte e testate per scoprire quali siano in grado di riconoscere meglio le cellule tumorali. Una volta selezionati i linfociti corretti, questi vengono fatti moltiplicare per essere poi reimmessi nel sistema.
- Terapia con cellule CAR-T: è simile alla terapia TIL ma le cellule T vengono modificate in laboratorio affinché siano in grado di produrre la proteina CAR prima di essere coltivate e iniettate nuovamente nel corpo. La proteina CAR (Chimeric Antigen Receptor) è un recettore in grado di riconoscere un antigene specifico presente sulla superficie delle cellule tumorali e legarsi ad esse. Il risultato sono le cellule chiamate CAR-T che hanno una migliore capacità di attaccare le cellule tumorali.
Rispetto ad altre terapie contro il cancro, le CAR-T permettono di ottenere remissioni complete anche in fasi molto avanzate della malattia. L’efficacia è corroborata anche da una diminuzione della recidività: a un anno dall’infusione di CAR-T, la maggior parte dei pazienti che ha ottenuto una remissione è ancora viva e, soprattutto, non presenta più la malattia.
Il potenziale della tecnica Crispr
La modifica delle cellule T avviene tramite un virus che inserisce all’interno di esse una sequenza di DNA contenente le informazioni necessarie a far produrre la proteina CAR.
L’ultima evoluzione di questa terapia, studiata da un gruppo di ricercatori della University of California, prevedere l’utilizzo della tecnica Crispr. Si tratta di un metodo di laboratorio che è valso il premio Nobel per la chimica nel 2020 a Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier e permette di modificare le cellule T agendo direttamente su di esse, saltando il passaggio intermedio dell’utilizzo di un virus.
I risultati sono ancora prematuri e necessitano di ulteriori studi ma l’inizio sembra promettente: sui 16 pazienti con diverse tipologie di tumore solido che non rispondevano ad altre terapie (le CAR-T funzionano bene solo nei tumori del sangue e della linfa), le cellule T ingegnerizzate con la Crispr si sono dimostrate utili nel fermare la crescita tumorale in 5 di questi.